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Chi sono

Chi sono

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Per realizzare un sogno serve un progetto

La persona che si rivolge a un architetto ha un’esigenza. O un sogno.
L’esigenza – o il sogno – potrebbe essere espressa in maniera ben chiara oppure confusa, ma deve ricevere sempre una risposta che soddisfi desideri e necessità. Ascoltare la persona con molta attenzione, sin dal primo incontro, è per me fondamentale, sia quando esprime necessità consuete sia quando comunica straordinarie visioni. L’ascolto è una fase imprescindibile del mio lavoro, interessante e affascinante per il risvolto umano, stimolante per gli input che ricevo.
Che il mio committente sia un’azienda, che sia un singolo o una coppia, una famiglia, una comunità grande o piccola, la progettazione e la realizzazione di un’opera diventano un vero e proprio esercizio di ascolto reciproco, ossia di dialogo, necessario per un cammino da percorrere insieme; l’ascolto è propedeutico alla progettazione, indispensabile per cominciare, ma anche per definire e verificare le fasi intermedie della costruzione. Il risultato sarà un lavoro creativo che sposa i desideri del committente con le regole architettoniche e legislative, il punto d’incontro tra la richiesta espressa e la mia professionalità.

Quali servizi offro

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Il mio curriculum

Download Curriculum Vitae

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La mia formazione

L’ispirazione

DARE FORMA E SOSTANZA ALLE IDEE

Ho deciso di fare l’architetto a 13 anni. Disegnando scoprii che un’idea poteva essere espressa con un progetto, e che un progetto avrebbe potuto creare un pezzetto di realtà.
Al liceo ho man mano maturato la convinzione che studiare architettura, e poi fare l’architetto, mi avrebbe dato la possibilità “di organizzare meglio le cose del mondo”, facendo sì che tutti potessero stare meglio.

La formazione universitaria

Lo studio di arte e tecnica

La possibilità di studiare contemporaneamente materie tecnico-scientifiche e materie compositive ed artistiche, che ho apprezzato in egual misura, è stato l’aspetto per me più bello della formazione universitaria.
Lo sforzo di cercare la sintesi di questi aspetti – sostanza, funzione e forma – ancora oggi è per me la parte più bella del lavoro di architetto, sia alla piccola che alla grande scala.

Al professor Sergio Lenci, mio relatore della tesi di laurea, va il mio grazie per essere stato un vero maestro: generoso nel trasmettere la sua cultura, nello spendere con me il suo tempo, analizzando lucidamente architettura, politica e società. Così scrive nel suo libro Colpo alla nuca: «il mio interesse per l’architettura (…) era proprio la ricerca sulle strutture degli spazi architettonici per la vita, in una società civile più giusta, più avanzata».

Il percorso professionale

L’inizio e la crescita lavorativa

Dopo l’apprendistato presso uno studio professionale, inizio l’attività in autonomia condividendo con dieci colleghi uno spazio in un’ex tipografia ristrutturata al Pigneto. Scelte lavorative attinenti al restauro e alla manutenzione del patrimonio storico mi portano nella sede del mio secondo studio nelle vicinanze di Piazza del Popolo. Un ulteriore stimolante cambiamento professionale mi ha portata, insieme a nuovi colleghi, nel mio attuale studio presso San Giovanni in Laterano.

Al mio amico Giancarlo Borgia, ingegnere con la passione per l’architettura, va il mio grazie per avermi guidato nei primi passi da professionista.

Progetto 100

Condivisione e multidisciplinarità

Negli ultimi anni abbiamo organizzato, con altri professionisti – architetti, ingegneri, designer, artisti, artigiani – una rete multidisciplinare, costantemente in divenire, denominata Progetto 100. L’obiettivo è quello di superare il “telelavoro” in cui ci siamo isolati negli ultimi 25 anni, convinti che lo scambio culturale che si crea in uno spazio lavorativo condiviso da molti, generi nuove idee e una migliore offerta professionale.